La mobilità nelle città Metropolitane

Nelle 14 Città Metropolitane risiedono circa 22 milioni di persone che costituiscono il 36,2% della popolazione totale del Paese, circa 10 milioni di persone vive nei comuni capoluogo. Per lo sviluppo di città sostenibili la mobilità urbana e metropolitana riveste un ruolo fondamentale in grado di  integrare l’insieme dei  trasporti, l’uso del terreno con produzione e consumo di ogni tipo di energia.

Può definirsi sostenibile una città dove la mobilità è organizzata tenendo conto degli impatti ambientali e quelli sanitari, dell’inquinamento acustico, del degrado dei beni culturali, delle potenzialità di nuovi processi di sviluppo economico. Esperti e tecnici nelle attuali realtà urbane sono alla ricerca e allo studio di soluzioni innovative a supporto del decisore politico, al fine di facilitare un sempre maggiore equilibrio tra ambiente urbano e qualità della vita. Oltre 10 milioni di persone, nell’insieme delle 14 aree metropolitane, si sposta quotidianamente per raggiungere il luogo di studio o di lavoro, circa il 43% della popolazione residente nelle città medesime (censimento ISTAT  della popolazione e delle abitazioni – 2011).

Il 96% degli spostamenti complessivi viene effettuato all’interno delle Città Metropolitane, mentre i movimenti pendolari diretti all’esterno delle aree di riferimento, sono piuttosto contenuti.

A livello nazionale le persone che si spostano sono quasi 29 milioni con una percentuale uguale al 48,6% della popolazione residente. Per una panoramica esaustiva che consenta una visione reale dell’intensità della mobilità andrebbero aggiunti anche i dati relativi all’attività e all’afflusso turistico (Torino e Venezia  per esempio raddoppiano la propria popolazione in alcuni periodi dell’anno mentre alcuni comuni scarsamente popolati sono in realtà destinazioni di forte interesse turistico), nonché considerati i movimenti per il trasporto delle merci, in particolare nella sua accezione di ultimo miglio, fattore determinante sia in termini di congestione che di apporto in termini di inquinamento acustico ed atmosferico in generale.

Il ruolo e lo stato dell’arte della Pianificazione nelle Città Metropolitane

Il settore della mobilità in Italia ha necessità di una pianificazione chiara e oggi più che mai, di risorse per il suo rilancio. Le politiche avviate per contrastare le criticità emerse negli ultimi decenni (il traffico, la pessima qualità dell’aria nelle città, il contributo al cambiamento climatico) si sono incrociate con le misure legate all’emergenza COVID-19.

Gli aspetti più critici relativi alla mobilità urbana sono l’utilizzo predominante dell’automobile privata per gli spostamenti, quindi lo scarso utilizzo del trasporto condiviso, e un parco circolante vetusto e molto inquinante.

Rispetto al primo elemento, persino nelle Città Metropolitane, dove il trasporto pubblico dovrebbe aver raggiunto alti livelli di efficienza, più del 55% (in alcune città anche il 70%) degli spostamenti è effettuato in auto. Questa tendenza si combina negativamente con le caratteristiche del parco auto, un’età media superiore agli 11 anni e la presenza di veicoli molto inquinanti (il 35% è di classe pari o inferiore a Euro 3).

A questo quadro si aggiungono gli obiettivi comunitari sempre più stringenti in tema di emissioni, trasformati in obiettivi vincolanti dal Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC), che rendono non più rinviabili azioni che impongano un cambiamento radicale del settore. Contestualmente, le nuove tecnologie e i nuovi paradigmi di mobilità che si affacciano sul settore (elettrificazione, sharing mobility, guida autonoma, ecc.) offrono possibili soluzioni, il cui sviluppo richiede però un attento coordinamento e una visione ampia.

L’emergenza COVID-19 ha costretto a un ripensamento della mobilità urbana, per via delle necessità di distanziamento interpersonale (che pone una sfida per l’utilizzo del TPL), ma anche per le modifiche nelle abitudini dei cittadini, in primis il ricorso esteso allo smart working e l’opportuna differenziazione degli orari delle attività. Le aziende di TPL hanno visto ridursi fino al 95% i passeggeri trasportati.

Con decreto n. 397 del 4 agosto 2017 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 233 del 5 ottobre 2017, sono approvate le linee guida per la redazione dei PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, un piano strategico che si basa sugli strumenti di pianificazione esistenti) su tutto il territorio nazionale.

Il decreto dispone l’obbligatorietà della redazione dei PUMS, in coerenza con quanto previsto dalle linee guida, per le Città Metropolitane e i comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti per poter accedere ai finanziamenti statali di infrastrutture per nuovi interventi per il trasporto rapido di massa.

Si prevede inoltre anche l’istituzione di un tavolo tecnico interministeriale di monitoraggio dello stato di attuazione dei  piani, di cui fanno parte oltre al MIT, il MATTM, il MEF, il MISE, l’ANCI e le Regioni.

Per le attività di aggiornamento e monitoraggio la piattaforma dell’Osservatorio del trasporto pubblico locale gestita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrà essere implementata al fine di raccogliere i dati relativi ai PUMS per quanto riguarda i macro obiettivi minimi obbligatori, con i relativi indicatori elencati dal decreto.

In tale scenario la presenza degli strumenti di pianificazione di settore nonché la coerenza delle proposte progettuali con la strategia in essi contenuta rappresenta un elemento cardine nella selezione degli interventi.